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La mente proietta sulle palpebre chiuse limpidi ricordi.
Posso toccare con mano un sole caldo, facce sorridenti, la libertà che soffia vigorosa per chi è giovane davvero.
Potrei toccare con mano ma, non riesco,
le distanze m’ingannano.

Quella giovinezza non è più in me,
ora lo vedo.
I brividi che la mia pelle, come una tenera albicocca,
sintetizzava in impalpabili emozioni,
suonano ora ruvidi.

Ospito cellule morte
mentre galleggio in questo letto di cemento liquido.
Tra il mio buio e quello della notte vi sono pochi passi ormai.

 Ivan Pozzoni - 06/02/2018 16:24:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Il tuo stile è molto interessante

 Maria Musik - 06/03/2010 08:12:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Quella giovinezza non è più in me,
ora lo vedo.
I brividi che la mia pelle, come una tenera albicocca,
sintetizzava in impalpabili emozioni,
suonano ora ruvidi.
Che bei versi. Così veri!

 stefano sabattini - 05/03/2010 02:23:00 [ leggi altri commenti di stefano sabattini » ]

bella poesia, profonda e vera, ... spessore. grazie.

 Loredana Savelli - 01/03/2010 17:50:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Silenzio, ascolto assorto di fronte alla rivelazione di una tale presa di coscienza. Mi viene da aggiungere: non è finita qui.
Mi ha molto colpita questa poesia con dentro tutta l’ostinazione di una persona vitale che non rinuncia a capire, cioè a vivere.

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